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07.09.2016

Immersione di materiali da scavo e dragaggi

Sono stati pubblicati ieri sulla Gazzetta Ufficiale due decreti a firma del ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti che disciplinano le immersioni in mare dei materiali di escavo dei fondali marini e le operazioni di dragaggio nei Siti di interesse nazionale oggetto di bonifica. Entrambi i decreti sono stati predisposti e proposti dal Ministero dell’Ambiente di concerto con i ministeri delle Infrastrutture e trasporti e per il decreto sulle immersioni in mare anche del ministero dell’Agricoltura e dello Sviluppo economico e sottoposto al parere della conferenza Stato-Regioni.

“Sono due testi molto attesi dagli operatori – spiega il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti  - che rappresentano un importante passo avanti verso la semplificazione delle procedure, sempre nel pieno rispetto degli standard ambientali marino-costieri”. “La ratio dei provvedimenti – aggiunge Galletti – è chiara: regole certe e uniformi per garantire la tutela dell’ambiente accelerando nel contempo le opere necessarie”.

Il decreto sulle “immersioni in mare dei materiali di escavo, di fondali marini o salmastri o di terreni litoranei emersi” intende realizzare una sostanziale omogeneizzazione delle procedure per il rilascio delle autorizzazioni da parte delle Regioni competenti, rendendole coerenti a livello nazionale attraverso indicazioni tecniche e linee guida uniformi. Rientrano in questo ambito attività quali il miglioramento o il ripristino delle attività portuali, la riapertura di foci fluviali parzialmente o totalmente ostruite, la realizzazione di infrastrutture in ambito portuale o costiero e il prelievo di sabbie al fine di un loro utilizzo per interventi di ripascimento costiero.

Il secondo decreto pubblicato in Gazzetta è invece quello relativo ai Siti di interesse nazionale (Sin) e tratta le modalità tecniche per il dragaggio delle aree portuali e marino-costiere ricadenti all’interno dei siti: la novità di maggior rilievo è la possibilità  di un eventuale reimpiego dei materiali dragati sia nel bacino idrico di provenienza, ma anche al di fuori dell’area Sin. Qualora questi dispongano dei parametri necessari, sono previste tra le modalità di reimpiego quelle “per il rifacimento degli arenili,per formare terreni costieri o migliorare lo stato dei fondali attraverso attività di capping, per essere impiegati a terra o in aree con falda naturalmente salinizzata, per essere refluiti in strutture di contenimento”.

Si tratta – ha specificato il sottosegretario Velo -  di un pacchetto di interventi, due regolamenti e una modifica normativa, che definiscono,  finalmente, un quadro regolamentare chiaro, certezza e semplificazione delle procedure.

Per quanto riguarda i regolamenti, il primo tratta le modalità di dragaggio nelle aree portuali e marino-costiere che ricadono all’interno dei SIN, i Siti di Interesse Nazionale.

Il secondo, invece, in attuazione dell'art. 109 del D.Lgs 152/2006, è il regolamento che disciplina la procedura per l'approvazione dei progetti di dragaggio al di fuori delle aree SIN, le modalità e i criteri per la gestione del materiale dragato, tra cui l'immersione in mare dei materiali di escavo dei fondali marini.

Due provvedimenti – ha continuato Velo – che si aggiungono alle modifiche contenute nel Collegato Ambientale, in vigore da febbraio, con cui sono stati semplificati i criteri di costruzione delle casse di colmata e delle vasche di raccolta e in cui si prevede che la tutela delle acque e del suolo avvenga attraverso le migliori tecnologie disponibili.

Con un’altra modifica al Collegato Ambientale, infine, sono state definite le linee guida e i valori di riferimento che consentono l’automatica deperimetrazione delle aree a mare da SIN a SIR (Siti di Interesse Regionale).

Si tratta – ha continuato la Sottosegretaria Velo - di un percorso di riforma atteso da anni che va nella direzione della semplificazione normativa e che favorisce l'utilizzo delle migliori tecnologie disponibili per l'esecuzione degli interventi, a dimostrazione che sviluppo economico e sostenibilità ambientale possono e, anzi, devono coesistere.

Un lavoro – ha concluso Velo -  che il Ministero dell’Ambiente, anche in vista della riforma del sistema portuale italiano avviata dal Governo, ha portato avanti per più di un anno assieme ad altre amministrazioni e con il supporto del mondo scientifico”.

Fonte: www.minambiente.it